giovedì 16 giugno 2022

Scheda su Renzo Laconi

A cura di Aldo Cannas

Renzo Laconi nasce a Sant’Antioco, nel sud della Sardegna, il 13 gennaio 1916 in una famiglia di simpatie socialiste e rimane orfano del padre quando aveva un anno.
Studia, in una situazione di difficoltà economiche ma con massimo profitto, fino a conseguire la laurea in Filosofia nel 1936.  Inizia ad insegnare in una scuola privata a Cagliari e nel 1940 si trasferisce a Firenze; qui entra in contatto con Giuseppe D’Alema e un gruppo di giovani comunisti.
Nel 1942 aderisce al Partito Comunista clandestino impegnandosi attivamente.
L’anno successivo viene richiamato alle armi e assegnato ad un battaglione costiero in Sardegna e dentro l’esercito svolge una intensa propaganda antifascista.  Dopo l’8 settembre intensifica l’attività politica anche nel territorio e nei primi di novembre partecipa ad Oristano al Convegno regionale del PCI.
Tra il 1943 e il 1946 occupa incarichi di rilievo  nelle strutture territoriali sarde del sindacato e del partito e si impegna nell’organizzazione delle lotte bracciantili e per la costituzione di cooperative agricole.
Si sviluppa in questo periodo il dibattito nel PCI sardo sulla autonomia regionale e dopo un primo periodo in cui Laconi assume, come da tradizione, una posizione centralista sviluppa posizioni orientate, se non ad una prospettiva federalista, sicuramente ad una forte autonomia regionale nella quale sviluppare e rafforzare una alleanza tra operai, pastori e contadini. Tale posizione avrà l’avallo del V congresso nazionale del PCI dell’inizio del 1946.
Tra il 1945 e il 1946 partecipa attivamente ai lavori della Consulta Regionale sarda che elabora la proposta di Statuto Sardo che viene approvata dalla Assemblea Costituente eletta nel giugno del 1946 e di cui Renzo Laconi fa  parte (Velio Spano, primo nei suffragi ricevuti, opta per l’elezione in un Collegio nazionale e gli subentra Laconi).
Renzo Laconi viene ricordato non solo per aver dato  un fondamentale contributo  per l’inserimento dell’Autonomia Regionale in Costituzione ma per la complessiva elaborazione della Carta Costituzionale: è uno dei comunisti più attivi, membro della commissione dei 75, e svolge 128 interventi in assemblea plenaria dando un apporto qualificato  sulle principali questioni della sovranità popolare, del ruolo dei partiti politici e della magistratura, nonché della separazione dei poteri tra gli organi dello Stato.
Comunista molto noto e dalla proverbiale capacità oratoria viene eletto alla Camera dei Deputati nel 1948 e rieletto in tutte le legislature successive fino alla sua morte avvenuta a Catania il 29 giugno 1967 durante la campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio regionale siciliano.
Nel 1956 entra nel Comitato Centrale del PCI e dal 1957 al 1963 dirige come segretario il PCI sardo (con una segreteria composta da Umberto Cardia, Luigi Pirastu, Girolamo Sotgiu ed Enrico Berlinguer vicesegretario per il primo anno), guidandolo nel suo radicamento e rafforzamento e contribuendo alla elaborazione di un modello concreto  di sviluppo nella situazione autonomistica e dello specifico Piano di Rinascita che si avvia nel 1962 con l’approvazione della L. 588 e che avrebbe dovuto dare piena attuazione all’art. 13 dello Statuto.