di Art.11- per un Fronte unito contro la guerra
C'è molta confusione sotto il cielo e in parecchi cercano di cambiare le carte in tavola. Draghi che va da Biden e cerca di contrabbandare che la sua visita serve ad aprire spazi di pace, mentre il presidente degli Stati Uniti alza il livello delle forniture militari. Draghi che per spacciarsi pacifista e umanitario cerca di levare le castagne dal fuoco a chi ha imposto le sanzioni, tra cui l'Italia, per ottenere i cereali fermi nel porto di Odessa.
E poi c'è il dilemma di Conte che non vuole inviare più armi, ma appoggia Draghi che continua a mandarle. E c'è Salvini che addirittura vuole andare a Mosca, ma poi ci ripensa. La sostanza è che i partiti di governo hanno capito che gli italiani non amano la guerra e cercano di recuperare terreno in vista delle prossime elezioni politiche.
E' dunque su questo terreno che bisogna raccogliere la sfida e saper collegare il movimento contro la guerra con la lotta contro i partiti della guerra.
Come affrontare lo scontro ? Come far pagare ai partiti che hanno imposto all'Italia di essere coinvolta nella guerra in Ucraina e nelle sanzioni il prezzo di questa scelta?
I comitati art.11-per un fronte unito contro la guerra- hanno deciso di accompagnare tutta la fase elettorale che va dalle amministrative del 12 giugno fino alle prossime politiche previste per il 2023 con una campagna di denuncia dei partiti di governo e di FdI per fare chiarezza sulle responsabilità e sul gioco delle tre carte dei tentativi di recupero elettoralistici.
La risposta più dura del movimento contro la guerra deve essere data ovviamente al partito che è la punta avanzata del militarismo e della collaborazione con gli americani e con la NATO, il PD. Il Partito Democratico è il partito della guerra ed è sorretto dall'asse Guerini-Di Maio che detengono il controllo dei ministeri chiave della Difesa e degli Esteri. Ma anche la Meloni che da partito di opposizione 'responsabile' mostra un volto così poco patriottico invocando stabilità del fronte atlantista deve essere chiamata in causa per le posizioni del suo partito.
Su questo aspetto della vicenda bisogna insistere particolarmente. Sfruttando le magagne di una presunta sinistra governativa, quelli che appaiono da destra gli oppositori del governo Draghi cercano di accreditare un loro patriottismo che alla fine risulta fasullo perché a servizio delle scelte americane. E appunto su questo il movimento contro la guerra deve saper condurre, una particolare battaglia contro un partito che vuole essere patriota e che risulta nei fatti uno strenuo difensore dell'intervento militare in Ucraina .
Nel corso del nostro lavoro vogliamo essere molto chiari su come si deve procedere. Innanzitutto partiamo dalle amministrative di giugno che si concluderanno coi ballottaggi il 26 dello stesso mese. In ogni comune dove si vota i candidati sindaci e consiglieri comunali devono essere chiamati in causa pubblicamente per come si posizionano rispetto alla guerra, all'invio di armi, alle sanzioni che stanno devastando l'economia italiana e peggiorando fortemente le condizioni di vita degli italiani. Non bisogna permettere che al voto comunale si possa andare senza che i cittadini sappiano chi ha scelto la guerra e le sanzioni e chi vuole uscirne.
L'invito che il comitato art.11 fa a tutti coloro che manifestano la loro contrarietà alle scelte del governo Draghi sulla guerra è di scendere in piazza, a partire dalle amministrative di giugno contro i partiti che lo sostengono, snidando anche coloro che non si presentano col loro simbolo, ma ne condividono le responsabilità.
Le elezioni politiche che si preparano e che si prevedono nella primavera del 2023 saranno la grande occasione per una battaglia generale contro chi stando al governo o ha fatto una finta opposizione riaffermando rigidamente il suo atlantismo come il partito della Meloni.
Anche noi di art.11 andiamo dunque ad organizzare una lunga campagna elettorale invitando la maggioranza degli italiani che si è espressa ripetutamente nei sondaggi contro l'invio di armi e il coinvolgimento nella guerra a partecipare a questa campagna creando nei posti lavoro, nel territorio, 4FRFRFRnelle scuole i comitati art.11 contro la guerra e per il rispetto della Costituzione.
Noi non chiediamo voti e anzi mettiamo in guardia da coloro che sulla guerra hanno balbettato e che oggi vogliono strumentalmente utilizzare il malessere diffuso per guadagnarci sopra elettoralmente.
Il compito per tutti è creare un grande fronte per l'uscita dell'Italia dalla guerra che si batta contro i partiti che questa guerra l'hanno alimentata.