venerdì 16 settembre 2022
L'UCRAINA NON È UNO STATO SOVRANO. Combatte per la causa NATO-USA non per la sua indipendenza.
L'Ucraina non è uno stato sovrano dal 2014 quando è passata, col golpe di piazza Maidan, sotto la sovranità NATO-USA con il supporto delle milizie banderiste neonaziste e di un governo indicato dall’Ambasciata americana a Kiev, vera regista del golpe. Il governo Zelensky è un governo fantoccio, utile per dare una parvenza di democraticità a quello che è a tutti gli effetti un regime militarizzato e repressivo sotto il tallone delle formazioni neonaziste e della polizia. Eletto con la promessa di pacificazione con la Russia e di risolvere la questione del Donbass rispettando gli accordo di Minsk e le autonomie di quelle regioni, dopo le elezioni ha cambiato linea di condotta ed ha abbracciato la causa della guerra infinita alla Russia aderendo a tutta l’impostazione nazionalista dell’estremismo ucraino russofobo, fagocitato dagli ambienti NATO e intimidito dalle milizie banderiste. Tutta l’opposizione politica è stata decapitata, messa al bando o incarcerata, ridotta al silenzio o fuggita dal paese. L’Ucraina non è più una democrazia, è un paese fallito, con una economia fallita, che vive dei sussidi europei e di economia di guerra. L’informazione è militarizzata e i dissidenti, anche giornalisti stranieri che operano nel Donbass, sono iscritti in un albo con tutti i riferimenti anagrafici personali e resi pubblici sulla rete: una vera e propria lista di proscrizione che mette a rischio la loro vita. L'esercito è sotto il comando NATO-USA. Il suo nerbo è costituito dai reparti speciali addestrati dalla NATO e da milizie occidentali camuffate da volontari e mercenari. Il compito assegnato dalla NATO- angloamericana e antieuropea- al popolo ucraino è quello di fare guerra alla Russia e di sacrificarsi per questa crociata fornendo carne da cannone. I soldati sono mandati al massacro contro l’artiglieria russa in numero esorbitante, stile Cadorna durante la Prima guerra mondiale, con l’obiettivo di raggiungere l’obiettivo anche a costo di enormi perdite umane. La conquista della sola zona di Karkov in questi giorni si stima abbiano provocato circa 5.000 morti e diecimila feriti nelle file dell’esercito ucraino che affollano gli ospedali dell’Ucraina e dei paesi europei e che viene sottaciuta dalla informazione nostrana e dai suoi giornalisti con l’elmetto in testa. Il comando, le armi, le tecnologie, le strategie di guerra e le chiavi della pace e della guerra sono nelle mani di Londra e Washington, non di Zelenskji e del suo governo. Per porre termine a questa guerra bisogna scollegarsi da questa catena di comando NATO e rivendicare la piena sovranità politica del nostro paese sulle decisioni che riguardano la pace e la guerra. Ricordiamocelo anche quando andremo a votare. Sulla pace l'Europa non ha voce in capitolo. Non esiste una diplomazia europea. Bruxelles è allineata alla NATO. Non l’ha neanche la Russia, che può solo provare a vincere per raggiungere una pace che garantisca la sua sicurezza. Il generale inverno ci dirà di più. Oppure finirà quando lo vorranno Londra e Washington che non nascondono il loro obiettivo di destabilizzare la Russia e dividersi le sue spoglie. Oppure, in questo caso, arriverà dopo una guerra nucleare, indipendentemente da chi premerà per primo il fatidico bottone. Una pace, questa, non augurabile e da evitare.
L’Italia è in guerra. Diciamocelo senza ipocrisie. Lo è sostenendo in tutte le forme le strategie di guerra della NATO-USA, dalle sanzioni alla Russia all’invio di armi senza il controllo del Parlamento. Lo è con il coinvolgimento emotivo dell’opinione pubblica sulle ragioni della guerra alla Russia, con la militarizzazione dell’informazione e del sistema mediatico tutto con il compito di costruirne il consenso. Lo è accettando le restrizioni nefaste per il benessere dei cittadini causate dalle sanzioni scellerate, utili solo per mettere inginocchio la nostra economia e quella europea.
Questa guerra non ci appartiene. L’Italia non ha nulla da guadagnarci e tutto da perdere. Dire che combattiamo per la libertà e la democrazia in Ucraina è solo una menzogna senza riscontro nei fatti. L’Ucraina non è né una democrazia e né uno Stato ormai più sovrano, ma una colonia USA-NATO.
Questa guerra serve solo gli interessi egemonici del mondo anglosassone che oggi sceglie la guerra in Europa per ri-affermali, come è sempre stato nella sua eterna storia coloniale.
Speriamo anche di no, stavolta.
giovedì 21 luglio 2022
Una coalizione popolare per la democrazia costituzionale contro la guerra.
sabato 9 luglio 2022
Verso il congresso CGIL
Di La Giraffa rossa
La CGIL, nonostante i tanti limiti, fenomeni di odiosa burocratizzazione e di eccessiva moderazione, resta pur sempre la unica organizzazione di massa del Paese. Ogni sua scelta, in positivo o in negativo, ha un enorme peso politico e sociale. La CGIL è un sindacato pertanto che continua ad avere una grande influenza nella dialettica politica e sociale. Non riconoscerlo sarebbe un errore esiziale, da piccolo gruppo minoritario. Ovviamente non è esente da critiche, anche durissime.
La CGIL ha avviato la sua fase congressuale. Quattro, per ora, a me sembrano le iniziative più significative di questa fase.
giovedì 30 giugno 2022
FRONTE AMPIO CONTRO LA GUERRA
domenica 26 giugno 2022
La tendenza verso un mondo multipolare è definita dalla lotta di classe
di Danny Haiphong, Condirettore del sito Friends of Socialista China
Nell'era post-sovietica, è diventato di moda spogliare tutti gli sviluppi geopolitici delle loro radici di classe. Le guerre sono state spiegate dalla propaganda borghese: la guerra al terrore, la competizione tra grandi potenze e questioni di "sicurezza nazionale". La crisi ucraina è un esempio calzante. L'operazione militare russa in Ucraina è stata etichettata come una guerra senza motivo dai detrattori occidentali. Ma sotto la cacofonia dell'ideologia e della propaganda capitalista c'è una lotta di classe che si sta verificando sulla scena globale per il multipolarismo in cui il conflitto Russia-Ucraina è solo un punto critico.
lunedì 20 giugno 2022
GIOVEDI' 14 LUGLIO A ROMA ASSEMBLEA PUBBLICA
GIOVEDI' 14 LUGLIO A ROMA ASSEMBLEA PUBBLICA
Ore di lavoro 17,30 Viale Giotto ,17- zona San Saba.
CONTRO IL PARTITO DELLA GUERRA
CONTRO IL GOVERNO DELLA GUERRA
CONTRO L'ECONOMIA DI GUERRA E LE SANZIONI ALLA RUSSIA
AFFINCHE' IL PAESE NON VADA IN RECESSIONE CON UNA INFLAZIONE GIA' DILAGANTE
PER POLITICHE ECONOMICHE E SOCIALI CHE TUTELINO IL MONDO DEL LAVORO
Convochiamo una Assemblea Pubblica per provare a rompere lo “stato d'assedio” del sistema politico-mediatico a favore della guerra e del coinvolgimento del nostro paese in questa escalation che già sta producendo danni incalcolabili all' economia e torsioni autoritarie.
martedì 14 giugno 2022
Chi sta vincendo il conflitto?
domenica 12 giugno 2022
Una guerra, tante guerre
Lo scenario apertosi con l’operazione militare russa in Ucraina ha spalancato le porte a un nuovo tornante della storia. Un tornante che nel corso di un secolo capita una o due volte. Non c’è più un ordine mondiale definito, quello unipolare a guida statunitense. Le grandi aree geopolitiche sono in conflitto e lo scontro è tra chi, come l’Occidente, vuole mantenere il vecchio ordine imperialistico e chi, in particolare l’asse russo-cinese, vuole realizzare nuovo ordine mondiale multipolare.
Questa guerra è dunque il concentrato di molte guerre, come una sorta di matrioska, al cui interno troviamo: un conflitto civile nell’Ucraina determinato dalle spinte separatiste delle popolazioni del Donbass, dopo che per otto anni sono state perseguitate dal Governo reazionario di Kiev; un conflitto fra Stati, determinato dall’operazione militare russa; un conflitto tra l’imperialismo Usa, oggi dominato dal capitale finanziario e il blocco politico e militare russo-cinese, che pur diversi nella forma economica, uno a capitalismo monopolistico di Stato e l’altro a orientamento socialista, si contrappongono a un Occidente guidato dagli Stati Uniti e dalla Nato, che vorrebbe perpetuare il controllo economico e finanziario sull’intero pianeta; poi c’è l’acuirsi, con le sanzioni economiche alla Russia, delle contraddizioni interimperialistiche tra la Ue, in cui è influente il ruolo del capitale franco-tedesco, e gli stessi Usa; infine, si intravede la possibile guerra futura che vedrà in campo gli Usa e la Cina.
martedì 7 giugno 2022
Il sostegno dei comunisti all'operazione militare in Ucraina
L'operazione militare speciale del Ministero della Difesa russo in Ucraina è la conseguenza di un aspro confronto tra il capitale finanziario americano (USA) e il capitalismo monopolistico russo, che rivendica il suo posto al sole. L'Ucraina, fascistizzata da un rinnovato nazionalismo borghese rianimato e dai servizi segreti di Stati Uniti, Regno Unito, Canada e altri, è solo uno strumento di questo confronto. Evitare di analizzare e valutare questi eventi aggirando la dottrina leninista dell'imperialismo significa negare di trovarsi nel gorgo di un nazismo liberale e speculativo.
In questa prospettiva, chiediamoci: perché il CPRF - il partito che lotta per gli interessi delle masse proletarie e semiproletarie dei lavoratori - ha sostenuto l'operazione militare speciale in Ucraina?
Russia
La Russia in termini di PIL oscilla tra il 2 e il 3% del PIL mondiale.
Il blocco che le si oppone (USA + UE + Oceania e Israele) rappresenta il 50% del PIL mondiale. Se fosse una guerra reale, sembrerebbe senza storia.
Tuttavia da questo quadro emerge un pregiudizio teorico fondamentale che accomuna l'intero Occidente in una macroscopica illusione ottica. Noi, la parte del mondo dove il capitalismo è nato ed è cresciuto per primo, abbiamo oramai introiettato l'idea che il potere stia nell'economia e che l'economia sia il denaro: dunque chi possiede più denaro possiede più potere, punto.
Un esempio da riproporre.
venerdì 3 giugno 2022
Rapporti internazionali, sanzioni e scontro militare. Chi perde e chi vince dal conflitto in Ucraina
Quando nel 2003 la Cia costruì e diffuse in Europa la bufala-pretesto delle armi di distruzione di massa di Saddam per eliminare il dissenso di Francia e Germania e per iniziare e proseguire la guerra di aggressione all’Iraq, nelle manifestazioni per la pace dicevamo: “Se vogliamo trovare le armi di distruzione di massa bisogna andare a Washington !”. Cioè: è proprio tutto il contrario di ciò che raccontano oltre oceano. Oggi è ancora peggio. Anche perché la guerra alla Russia è una partita molto più decisiva e impegnativa di quella all’Iraq. E’ completamente falsa la tesi che la Russia stia perdendo sul piano diplomatico, così come è completamente falsa la narrazione che la Russia stia perdendo sul piano economico. E infine, nelle ultime settimane è emerso chiaramente che è proprio il contrario che la Russia stia perdendo sul piano militare e gli ucraini fedeli a Zelensky stiano vincendo.
La Cia ha lanciato tre tesi per vincere le perplessità di Francia e Germania che avevano in questi 8 anni dal 2014 sottoscritto gli accordi di Minsk con la Russia facendo arrabbiare gli americani che dettero l’ordine al governo ucraino di farli saltare sistematicamente:
1) La Russia è isolata nel mondo. Questa tesi è apparsa subito una frottola quando fu approvata la condanna dell’Onu. Nell’analisi del voto al Consiglio di Sicurezza ONU, i contrari e gli astenuti esprimono il 44% della popolazione mondiale, i favorevoli il 10% circa della popolazione del pianeta.
giovedì 2 giugno 2022
La lotta contro i fautori della guerra. Anche le elezioni sono un terreno per combatterli.
di Art.11- per un Fronte unito contro la guerra
C'è molta confusione sotto il cielo e in parecchi cercano di cambiare le carte in tavola. Draghi che va da Biden e cerca di contrabbandare che la sua visita serve ad aprire spazi di pace, mentre il presidente degli Stati Uniti alza il livello delle forniture militari. Draghi che per spacciarsi pacifista e umanitario cerca di levare le castagne dal fuoco a chi ha imposto le sanzioni, tra cui l'Italia, per ottenere i cereali fermi nel porto di Odessa.
E poi c'è il dilemma di Conte che non vuole inviare più armi, ma appoggia Draghi che continua a mandarle. E c'è Salvini che addirittura vuole andare a Mosca, ma poi ci ripensa. La sostanza è che i partiti di governo hanno capito che gli italiani non amano la guerra e cercano di recuperare terreno in vista delle prossime elezioni politiche.
domenica 29 maggio 2022
Per un nuovo ordine mondiale e multipolare
Relazione al seminario di Roma del 18 maggio e del seminario di Oristano del 21 maggio.