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sabato 1 ottobre 2022

Dal discorso di Putin

Dal discorso di Putin: "abbiamo molte persone che la pensano allo stesso modo in tutto il mondo e vediamo il loro sostegno, anche negli Stati Uniti. Un movimento di liberazione contro l'egemonia unipolare si sta sviluppando in tutto il mondo. Oggi stiamo lottando per rendere per sempre la dittatura e il dispotismo un ricordo del passato. Una politica costruita sull'esclusività di qualcuno e sulla soppressione di altre culture e popoli è criminale. Dobbiamo voltare questa pagina vergognosa. Il crollo dell'egemonia occidentale che è iniziata è irreversibile. Non sarà come prima".

venerdì 16 settembre 2022

L'UCRAINA NON È UNO STATO SOVRANO. Combatte per la causa NATO-USA non per la sua indipendenza.

di Antonio Castronovi

L'Ucraina non è uno stato sovrano dal 2014 quando è passata, col golpe di piazza Maidan, sotto la sovranità NATO-USA con il supporto delle milizie banderiste neonaziste e di un governo indicato dall’Ambasciata americana a Kiev, vera regista del golpe. Il governo Zelensky è un governo fantoccio, utile per dare una parvenza di democraticità a quello che è a tutti gli effetti un regime militarizzato e repressivo sotto il tallone delle formazioni neonaziste e della polizia. Eletto con la promessa di pacificazione con la Russia e di risolvere la questione del Donbass rispettando gli accordo di Minsk e le autonomie di quelle regioni, dopo le elezioni ha cambiato linea di condotta ed ha abbracciato la causa della guerra infinita alla Russia aderendo a tutta l’impostazione nazionalista dell’estremismo ucraino russofobo, fagocitato dagli ambienti NATO e intimidito dalle milizie banderiste. Tutta l’opposizione politica è stata decapitata, messa al bando o incarcerata, ridotta al silenzio o fuggita dal paese. L’Ucraina non è più una democrazia, è un paese fallito, con una economia fallita, che vive dei sussidi europei e di economia di guerra. L’informazione è militarizzata e i dissidenti, anche giornalisti stranieri che operano nel Donbass, sono iscritti in un albo con tutti i riferimenti anagrafici personali e resi pubblici sulla rete: una vera e propria lista di proscrizione che mette a rischio la loro vita. L'esercito è sotto il comando NATO-USA. Il suo nerbo è costituito dai reparti speciali addestrati dalla NATO e da milizie occidentali camuffate da volontari e mercenari. Il compito assegnato dalla NATO- angloamericana e antieuropea- al popolo ucraino è quello di fare guerra alla Russia e di sacrificarsi per questa crociata fornendo carne da cannone. I soldati sono mandati al massacro contro l’artiglieria russa in numero esorbitante, stile Cadorna durante la Prima guerra mondiale, con l’obiettivo di raggiungere l’obiettivo anche a costo di enormi perdite umane. La conquista della sola zona di Karkov in questi giorni si stima abbiano provocato circa 5.000 morti e diecimila feriti nelle file dell’esercito ucraino che affollano gli ospedali dell’Ucraina e dei paesi europei e che viene sottaciuta dalla informazione nostrana e dai suoi giornalisti con l’elmetto in testa. Il comando, le armi, le tecnologie, le strategie di guerra e le chiavi della pace e della guerra sono nelle mani di Londra e Washington, non di Zelenskji e del suo governo. Per porre termine a questa guerra bisogna scollegarsi da questa catena di comando NATO e rivendicare la piena sovranità politica del nostro paese sulle decisioni che riguardano la pace e la guerra. Ricordiamocelo anche quando andremo a votare. Sulla pace l'Europa non ha voce in capitolo. Non esiste una diplomazia europea. Bruxelles è allineata alla NATO. Non l’ha neanche la Russia, che può solo provare a vincere per raggiungere una pace che garantisca la sua sicurezza. Il generale inverno ci dirà di più. Oppure finirà quando lo vorranno Londra e Washington che non nascondono il loro obiettivo di destabilizzare la Russia e dividersi le sue spoglie. Oppure, in questo caso, arriverà dopo una guerra nucleare, indipendentemente da chi premerà per primo il fatidico bottone. Una pace, questa, non augurabile e da evitare.
L’Italia è in guerra. Diciamocelo senza ipocrisie. Lo è sostenendo in tutte le forme le strategie di guerra della NATO-USA, dalle sanzioni alla Russia all’invio di armi senza il controllo del Parlamento. Lo è con il coinvolgimento emotivo dell’opinione pubblica sulle ragioni della guerra alla Russia, con la militarizzazione dell’informazione e del sistema mediatico tutto con il compito di costruirne il consenso. Lo è accettando le restrizioni nefaste per il benessere dei cittadini causate dalle sanzioni scellerate, utili solo per mettere inginocchio la nostra economia e quella europea.
Questa guerra non ci appartiene. L’Italia non ha nulla da guadagnarci e tutto da perdere. Dire che combattiamo per la libertà e la democrazia in Ucraina è solo una menzogna senza riscontro nei fatti. L’Ucraina non è né una democrazia e né uno Stato ormai più sovrano, ma una colonia USA-NATO.
Questa guerra serve solo gli interessi egemonici del mondo anglosassone che oggi sceglie la guerra in Europa per ri-affermali, come è sempre stato nella sua eterna storia coloniale.
Speriamo anche di no, stavolta.

giovedì 21 luglio 2022

Una coalizione popolare per la democrazia costituzionale contro la guerra.

di Antonio Castronovi

La grande “alleanza nazionale di governo” a sostegno della guerra della NATO si è disciolta nel caldo sole di luglio. Siamo tornati, come nel gioco dell’oca, ai punti di partenza del dopo elezioni di quattro anni fa. Centro destra, PD-area centrista e M5S ad occupare i tre poli del sistema politico italiano, che si ripresentano in competizione tra loro con una differenza: il M5S di Conte si presenta con una caratterizzazione più marcata sui temi sociali e sulla posizione della guerra, meno incline ad armare l’Ucraina e meno prona ai voleri e ai diktat della NATO. Si voterà il 25 settembre.

Intanto la guerra prosegue e non offre spazi per una soluzione pacifica, impossibile data la posta in gioco, vitale per motivi opposti, sia alla Russia, da cui dipende in gran parte il destino del multipolarismo, sia al blocco anglosassone che reputa vitale per i suoi interessi strategici il mantenimento dell’ordine unipolare e la sconfitta della Russia.

Da ciò il rischio di un conflitto lungo e pericoloso, di una guerra mondiale ibrida che accompagnerà l’avvento di una nuova architettura dei poteri nel mondo, politico-militari, economici, commerciali, finanziari che interesseranno anche altri luoghi e aree di crisi: Asia, Medio-Oriente, Africa, Sud America. Potrà durare una intera fase storica di transizione dolorosa costellata da guerre e conflitti sanguinosi.

giovedì 30 giugno 2022

La NATO minaccia il mondo


Il documento strategico sottoscritto dal vertice NATO di Madrid minaccia il mondo.
I guerrafondai che ancora parlano di una alleanza difensiva sono smentiti da un documento di una aggressività senza precedenti. La Russia viene definita nemico principale, evidentemente da sconfiggere, e la Cina è presa di mira in quanto agli antipodi dei "valori" occidentali. Ma è tutto il pianeta che viene sottoposto a durissima critica e quindi a un eventuale intervento del Patto Euro-Atlantico: dall’Africa, al Medio Oriente e all’Indocina. La  NATO insomma  proclama la sua intenzione di intervenire a sostegno dei propri interessi, sicurezza, valori, contro tutti i paesi che considera nemici. 

giovedì 23 giugno 2022

L'Occidente è davvero unito?

di Sandro Valentini

La propaganda di regime - ormai la si deve definire in questo modo - tutti i santi giorni ci parla della unità di intenti della UE e della compattezza della Nato a sostegno della Ucraina nel conflitto con la Russia. Ma le cose stanno davvero così?

A un occhio attento ci sono troppe questioni che non tornano, che quantomeno evidenziano contraddizioni sempre più acute e gravi, che potrebbero mettere in discussione il sistema politico, economico, finanziario e persino militare in Europa dal dopoguerra a oggi, e che pareva inarrestabile dopo il crollo dell'Urss.

Andiamo per grandi capitoli.

Il primo. A me pare che sia entrato in crisi, o quantomeno si è fortemente appannato, l'asse strategico tra Francia e Germania. Sono diverse le  contrapposizioni tra le due maggiori potenze  in diversi scenari europei e del mediterraneo. In Libia in primo luogo, dove la Germania sostiene di fatto  l'iniziativa espansionistica della Turchia. Anzi, proprio con Ankara Berlino ha un rapporto privilegiato che si manifesta in tutta la sua pericolosità nella crisi turco-greca, con la Francia, al contrario, che sostiene, anche con ingenti aiuti militari, quest'ultima. È una crisi che potrebbe paralizzare e aprire problemi non di facile soluzione alla Nato. 

martedì 14 giugno 2022

Chi sta vincendo il conflitto?

di Stefano Orsi

Dobbiamo intanto chiarire che non ci troviamo di fronte ad una guerra scoppiata il 24 febbraio ma ad un conflitto iniziato 8 anni fa.

Compreso questo importante fattore possiamo iniziare ad analizzare l'attuale tendenza.

Otto anni fa la Russia scelse di rispondere ad un appello delle istituzioni della Crimea che chiedevano aiuto per evitare che le autorità golpiste di Kiev inviassero contro di loro i famigerati battaglioni punitivi.

Le truppe russe, già presenti in Crimea per via delle basi navali, e altre unità giunte dalla madrepatria intervennero e nel giro di poche ore presero il controllo della Repubblica autonoma mettendone in sicurezza i confini.

Non ci furono quindi a Sebastopoli le stragi viste a Mariupol, a Odessa, e gli assedi di Sloviansk o Kramatorsk, e poi i combattimenti di una guerra civile durata, nella sua fase cruenta, più di un anno.

domenica 12 giugno 2022

Una guerra, tante guerre

di Sandro Valentini

Lo scenario apertosi con l’operazione militare russa in Ucraina ha spalancato le porte a un nuovo tornante della storia. Un tornante che nel corso di un secolo capita una o due volte. Non c’è più un ordine mondiale definito, quello unipolare a guida statunitense. Le grandi aree geopolitiche sono in conflitto e lo scontro è tra chi, come l’Occidente, vuole mantenere il vecchio ordine imperialistico e chi, in particolare l’asse russo-cinese, vuole realizzare nuovo ordine mondiale multipolare. 
Questa guerra è dunque il concentrato di molte guerre, come una sorta di matrioska, al cui interno troviamo: un conflitto civile nell’Ucraina determinato dalle spinte separatiste delle popolazioni del Donbass, dopo che per otto anni sono state perseguitate dal Governo reazionario di Kiev; un conflitto fra Stati, determinato dall’operazione militare russa; un conflitto tra l’imperialismo Usa, oggi dominato dal capitale finanziario e il blocco politico e militare russo-cinese, che pur diversi nella forma economica, uno a capitalismo monopolistico di Stato e l’altro a orientamento socialista, si contrappongono a un Occidente guidato dagli Stati Uniti e dalla Nato, che vorrebbe perpetuare il controllo economico e finanziario sull’intero pianeta; poi c’è l’acuirsi, con le sanzioni economiche alla Russia, delle contraddizioni interimperialistiche tra la Ue, in cui è influente il ruolo del capitale franco-tedesco, e gli stessi Usa; infine, si intravede la possibile guerra futura che vedrà in campo gli Usa e  la Cina.

martedì 7 giugno 2022

Il sostegno dei comunisti all'operazione militare in Ucraina

di Roman Kononenko

Membro del Presidium del Comitato Centrale del PCdFR e Segretario Generale della regione di Leningrado (articolo trasmesso e tradotto da Giovanni Petriccioli).

L'operazione militare speciale del Ministero della Difesa russo in Ucraina è la conseguenza di un aspro confronto tra il capitale finanziario americano (USA) e il capitalismo monopolistico russo, che rivendica il suo posto al sole. L'Ucraina, fascistizzata da un rinnovato nazionalismo borghese rianimato e dai servizi segreti di Stati Uniti, Regno Unito, Canada e altri, è solo uno strumento di questo confronto. Evitare di analizzare e valutare questi eventi aggirando la dottrina leninista dell'imperialismo significa negare di trovarsi nel gorgo di un nazismo liberale e speculativo.

In questa prospettiva, chiediamoci: perché il CPRF - il partito che lotta per gli interessi delle masse proletarie e semiproletarie dei lavoratori - ha sostenuto l'operazione militare speciale in Ucraina?

Russia

Con qualche semplificazione, ciò che sta emergendo nella stampa internazionale è che la Russia sta vincendo la guerra economica che le è stata dichiarata.
Ora, la ragione per cui questo sta avvenendo è interessante.
 
La Russia in termini di PIL oscilla tra il 2 e il 3% del PIL mondiale.
 
Il blocco che le si oppone (USA + UE + Oceania e Israele) rappresenta il 50% del PIL mondiale. Se fosse una guerra reale, sembrerebbe senza storia.
 
Tuttavia da questo quadro emerge un pregiudizio teorico fondamentale che accomuna l'intero Occidente in una macroscopica illusione ottica. Noi, la parte del mondo dove il capitalismo è nato ed è cresciuto per primo, abbiamo oramai introiettato l'idea che il potere stia nell'economia e che l'economia sia il denaro: dunque chi possiede più denaro possiede più potere, punto.


venerdì 3 giugno 2022

Rapporti internazionali, sanzioni e scontro militare. Chi perde e chi vince dal conflitto in Ucraina

di Leonardo Masella

Quando nel 2003 la Cia costruì e diffuse in Europa la bufala-pretesto delle armi di distruzione di massa di Saddam per eliminare il dissenso di Francia e Germania e per iniziare e proseguire la guerra di aggressione all’Iraq, nelle manifestazioni per la pace dicevamo: “Se vogliamo trovare le armi di distruzione di massa bisogna andare a Washington !”. Cioè: è proprio tutto il contrario di ciò che raccontano oltre oceano. Oggi è ancora peggio. Anche perché la guerra alla Russia è una partita molto più decisiva e impegnativa di quella all’Iraq. E’ completamente falsa la tesi che la Russia stia perdendo sul piano diplomatico, così come è completamente falsa la narrazione che la Russia stia perdendo sul piano economico. E infine, nelle ultime settimane è emerso chiaramente che è proprio il contrario che la Russia stia perdendo sul piano militare e gli ucraini fedeli a Zelensky stiano vincendo.

La Cia ha lanciato tre tesi per vincere le perplessità di Francia e Germania che avevano in questi 8 anni dal 2014 sottoscritto gli accordi di Minsk con la Russia facendo arrabbiare gli americani che dettero l’ordine al governo ucraino di farli saltare sistematicamente:

1) La Russia è isolata nel mondo. Questa tesi è apparsa subito una frottola quando fu approvata la condanna dell’Onu. Nell’analisi del voto al Consiglio di Sicurezza ONU, i contrari e gli astenuti esprimono il 44% della popolazione mondiale, i favorevoli il 10% circa della popolazione del pianeta.

giovedì 2 giugno 2022

La lotta contro i fautori della guerra. Anche le elezioni sono un terreno per combatterli.

di Art.11- per un Fronte unito contro la guerra

C'è molta confusione sotto il cielo e in parecchi cercano di cambiare le carte in tavola. Draghi che va da Biden e cerca di contrabbandare che la sua visita serve ad aprire spazi di pace, mentre il presidente degli Stati Uniti alza il livello delle forniture militari. Draghi che per spacciarsi pacifista e umanitario cerca di levare le castagne dal fuoco a chi ha imposto le sanzioni, tra cui l'Italia, per ottenere i cereali fermi nel porto di Odessa.

E poi c'è il dilemma di Conte che non vuole inviare più armi,  ma appoggia Draghi che continua a mandarle. E c'è Salvini che addirittura vuole andare a Mosca, ma poi ci ripensa. La sostanza è che i partiti di governo hanno capito che gli italiani non amano la guerra e cercano di recuperare terreno in vista delle prossime elezioni politiche.

domenica 29 maggio 2022

Per un nuovo ordine mondiale e multipolare

Relazione al seminario di Roma del 18 maggio e del seminario di Oristano del 21 maggio.

di Sandro Valentini

Con la guerra tra Russia e Ucraina siamo a un tornante della storia. Uno di quelli che si presentano una o due volte al massimo nel corso di un secolo. Un tornante destinato a segnare le sorti dell’umanità per i prossimi decenni. Allora è poco interessante discutere qui tra noi se Putin ha fatto bene o ha sbagliato a intraprendere questa operazione militare; se la radicalizzazione del conflitto, sfociato in scontro militare aperto, poteva essere evitato e come poteva essere evitato. Voi tutti sapete qual è la mia opinione ma non è questo il tema al centro del nostro seminario. Noi sappiamo che da almeno un decennio l’amministrazione americana, prima con Obama e poi con Biden, con la parentesi di Trump che si è scagliato prevalentemente contro la Cina, ha condotto una politica di allargamento aggressivo della Nato ad est, inglobando tutti i paesi dell’ex Patto di Varsavia e alcune repubbliche ex sovietiche. L’Ucraina è un altro fondamentale tassello di questa politica, e anche il tentativo di destabilizzare la Bielorussia, con la ennesima “rivoluzione colorata”, rientrava in questo disegno. Ma nel contempo oramai da anni si è consolidato un asse strategico russo-cinese, che si è manifestato in molte occasioni di crisi, nel corso di questi anni, nei rapporti con l’Occidente. Un asse strategico dunque che non nasce dalla reciproca convenienza del momento, ma ha basi strutturali molto solide. Le sanzioni dell’Occidente alla Russia, a dire la verità in questi anni sempre portate avanti con determinazione, ma che ora non hanno precedenti nella storia, hanno accelerato un processo che era in atto, evidenziando drammaticamente lo scontro tra Russia e Cina con l’Occidente, in particolare con gli Usa.