giovedì 8 maggio 2025

Stellantis: miliardi pubblici, licenziamenti privati. Governo Meloni complice.

di Giovanni Barbera*

Mentre Stellantis prosegue nel suo piano di smantellamento del settore automobilistico italiano, con oltre 1.000 uscite incentivate solo nelle ultime settimane — 50 a Pratola Serra, 300 a Pomigliano d'Arco, 200 a Termoli e ben 500 a Melfi — diventa sempre più evidente il fallimento delle politiche industriali di questo governo e la complicità dello Stato nello svuotamento produttivo del Paese.

Solo pochi mesi fa, il 17 dicembre 2023, il governo Meloni annunciava in pompa magna il cosiddetto "Piano Italia", un presunto rilancio dell’automotive nazionale. Oggi, alla prova dei fatti, quel piano si rivela per ciò che è: un insieme di annunci vuoti, mentre si allarga l’uso della cassa integrazione, mancano investimenti strutturali, e i nuovi modelli promessi non arrivano — e anche quando arrivassero, non sarebbero sufficienti a saturare gli impianti.

A questo si aggiunge l’incertezza totale sul futuro di progetti come la gigafactory di Termoli: una grande scommessa sulla transizione energetica che ora sembra congelata, mentre lo Stato ha già stanziato per essa 350 milioni di euro. Una cifra enorme, che si somma agli oltre 18 miliardi di euro ricevuti da FIAT/FCA/Stellantis in contributi pubblici dal 2000 a oggi — tra incentivi diretti, crediti d’imposta, cassa integrazione, prestiti garantiti e sgravi nell’ambito di “Industria 4.0”.

Nonostante questi aiuti pubblici, Stellantis ha tagliato oltre 10.000 posti di lavoro dal 2021 al 2023 in Italia e continua a incentivare l’uscita volontaria dei lavoratori con bonus individuali, senza alcuna prospettiva di ricambio generazionale.​ 

In parallelo, la multinazionale ha distribuito 16,4 miliardi di dividendi agli azionisti dal 2021 ad oggi, di cui 2,7 miliardi sono finiti nelle casse della Exor, holding della famiglia Agnelli-Elkann.

Di fronte a questo disastro sociale e produttivo, n​on possiamo che esprimere pieno sostegno alla denuncia della FIOM-CGIL e chiede​re una mobilitazione ampia per fermare il declino programmato del settore automobilistico in Italia. La continuità delle scelte aziendali sbagliate di Stellantis pesa sulle spalle dei lavoratori, sia sul piano salariale sia su quello delle prospettive. Dopo anni di ammortizzatori sociali e sacrifici, si pretende ora che gli operai escano “volontariamente” mentre le fabbriche si svuotano.

Dal Governo Meloni pretendiamo​ l’immediata convocazione di un tavolo a Palazzo Chigi, con la presenza della presidente del Consiglio e di tutte le parti interessate​ e l’obbligo di far presentare a Stellantis un vero piano industriale, da far rispettare, che preveda produzione in Italia, tutela occupazionale e rilancio di modelli a largo consumo​. Non siamo di fronte a una crisi settoriale ma a una vera emergenza nazionale: migliaia di lavoratori diretti e dell’indotto rischiano l’espulsione dal ciclo produttivo. Il governo Meloni, lungi dal difendere il lavoro e l’interesse nazionale, si sta rendendo complice di una gigantesca operazione di smantellamento dell’apparato industriale automobilistico italiano.

È tempo di rompere il silenzio. È tempo di lottare. Le risorse pubbliche devono servire a creare lavoro, non a finanziare dividendi miliardari.

*Segreteria nazionale Rifondazione Comunista